di Okada Toshikazu
Prima pubblicazione su http://www.freebudo.com a cura di Alessio Oltremari

Se c’è una cosa che ha caratterizzato la mia vita, questa è di certo l’amore per il Judo.
Ho vissuto molti anni fuori dal Giappone a causa del mio lavoro, ma anche quando era difficile trovare il modo, ho sempre praticato Judo.
Il Judo mi ha dato la forza di superare i momenti difficili e di conoscermi meglio, cercando di tirare fuori il meglio delle mie possibilità.
Ho avuto molti insegnanti e ancora oggi cerco di studiare quanto più possibile recandomi al Kodokan ogni giorno, ma c’è una persona che è stata per me particolarmente importante e che ha profondamente influenzato il mio modo di sentire e di praticare il Judo. Il mio Maestro si chiamava Oda Tsunetane.
Mi ha dato molta felicità il fatto di scoprire che il suo nome è ancora conosciuto in Italia e che tanta gente mi fa domande su di lui e sulla sua vita. Alessio, Marco e gli altri amici di Prato mi hanno chiesto di scrivere qualcosa sulla vita del mio Maestro, così che tutti coloro che ne sono interessati possano conoscere qualcosa di lui, e sono felice di poter raccontare alcuni dei miei ricordi.
Oda Tsunetane nacque nel 1892 nella parte centrale della isola di Honshu. Il luogo esatto della sua nascita è:
Yamanashi Ken
Minami Tsurugun
Funatsumura Asakawa
Yamanashi ken è una prefettura relativamente piccola, una regione piena di foreste nella stessa zona del Monte Fuji.
Il Maestro Oda iniziò la pratica del Judo a 17 anni, mentre frequentava le scuole superiori a Numazu. L’anno successivo fece il suo ingresso al Kodokan, era il 1910.
Le sue capacità nel Judo si rivelarono subito straordinarie e già nel 1911 ottenne il primo Dan.
A quel tempo il Kodokan praticava relativamente poco Ne Waza, in quanto queste tecniche erano considerate minori e di importanza inferiore.
Oda era di avviso nettamente contrario. Il suo interesse per il Ne Waza fu dall’inizio molto forte e benché anche il suo Nage Waza fosse di altissimo livello, si concentrò nello studio delle tecniche di controllo e della lotta a terra.
Presto divenne uno dei più promettenti allievi di Jigoro Kano.

Kano in un primo momento era contrario ad inserire nel Judo una attenzione particolare per il Ne Waza, ma gradualmente le cose cambiarono e fu concesso a Oda di portare avanti le sue ricerche che costituiscono il nocciolo fondamentale di quello che oggi è il Ne Waza.
Oda divenne ben presto un ottimo insegnante e la sua presenza veniva richiesta in molti Dojo. Fino da giovane ebbe molta cura nel divulgare le sue ricerche tecniche. Questo fece si che a soli 25 anni pubblicasse il suo primo libro: “Judo wa koshite kate“ – ottieni la vittoria in questo modo nel Judo.
Circa dieci anni dopo pubblicò la sua opera più completa: “Judo Taikan”.
Si tratta di un grande libro composto di due volumi, di cui il primo tratta del Nage Waza ed il secondo del Katame Waza. In tutto si tratta di una opera di oltre 1400 pagine.
Molti anni dopo, in occasione della sua promozione a 9’ Dan che avvenne nel 1948 pubblicò il suo terzo volume : “Judo wa koshita sushume” – Progredisci in questo modo nel Judo.

allievo del grande Oda Tsunetane
Oda nell’arco degli anni pubblicò alcuni altri scritti, che però rimangono opere minori.
Jigoro Kano acquisto molta stima di Oda e lo inviò quale insegnante in varie zone del Giappone. Ovunque Oda insegnasse i suoi allievi subito spiccavano per tecnica ed efficacia. E’ significativo l’episodio che avvenne nel 1930 quando egli fu inviato quale insegnante alla Scuola superiore n’ 2, che attualmente ha il nome di Tohoku Universtity.
Appena giunto alla scuola, Oda iniziò ad insegnare Ne Waza e presto gli allievi iniziarono a padroneggiare questa tecnica. Poco tempo dopo ci fu un incontro fra la scuola dove insegnava Oda e la Scuola Superiore n’ 1, attualmente chiamata Tokyo University.
La scuola Superiore n’ 1 aveva una squadra composta generalmente di cinture nere, mentre nessuno degli allievi di Oda aveva ancora conseguito il 1’ dan e c’erano addirittura dei principianti. Nessuno in seguito voleva credere al risultato. Tutti gli allievi di Oda vinsero grazie al Ne Waza.
Nacque così il termine Joinryo Ne Waza – La lotta a terra di Join. Join era il soprannome di Oda, infatti egli è conosciuto in Giappone sia come Oda Tsunetane che come Oda Join.
Nella vita di Oda un momento importante fu l’esperienza della fondazione del Ko Sen Judo, ovvero il Judo delle scuole superiori e speciali. Insieme a Oda fu inviato quale insegnante Hajime Isogai, che poi divenne 10’ Dan. Questi due insegnanti riuscirono a creare dei judoka di altissimo valore. Da un punto di vista tecnico il Ko Sen Judo si è differenziato dal Kodokan Judo per la grande attenzione e lo studio dedicato al Ne Waza, del quale ha sviluppato la tecnica ai massimi livelli. Purtroppo il Ko Sen Judo, essendo legato al Ministero dell’educazione Giapponese, assunse delle connotazioni diverse dal Kodokan, anche da un punto di vista politico. Questo portò alla chiusura del Ko Sen nel 1943, quando tutte le arti legate al Budo e Bujutsu furono per alcuni anni vietate. Con la riorganizzazione del sistema scolastico giapponese il Ko Sen cessò definitivamente di esistere, ma non è così per il Ko Sen Judo, che sopravvive ancora. Ogni anno si tiene un torneo fra le squadre di sette università secondo le regole del KoSenJudo ed esistono gruppi che si ritrovano per praticare e continuare lo studio di questo stile di Judo.
Personalmente ho continuato la pratica del Judo del Ko Sen con il Maestro Hirata, l’ultimo grande esponente del KoSen Judo, fino alla sua morte avvenuta nel 1998.
Finita la seconda guerra mondiale il Maestro Oda continuò ad insegnare al Kodokan.
Oltre al Kodokan egli insegnava alla Rikkyo University di Tokyo, dove aveva questo incarico sino dal 1922 e nel proprio Dojo che aveva aperto nel 1924 nel quartiere di Shimbashi.
Fu alla Rikkyo University che incontrai per la prima volta il Maestro.
Mi ero appena iscritto a quella università, così cominciai a poter praticare Judo con il Maestro Oda ogni giorno.
Avevo 18 anni, in precedenza avevo praticato nel Dojo delle scuole superiori e non conoscevo il Ne Waza. Rimasi affascinato dalla bravura del Maestro che, essendo alto un metro e sessanta e pesando 63 chili, aveva un fisico nella norma e nonostante questo riusciva ad essere efficacissimo. Io cercavo di capire la sua tecnica e mi impegnavo al massimo, ma per me era molto difficile.
Forse Oda capì la mia passione e mi chiese se volevo recarmi al suo Dojo per studiare più approfonditamente. Naturalmente accettai.
Il giorno dopo, alla fine della pratica nella università, mi portò con lui nel suo Dojo.
Cominciarono ad arrivare moltissime persone, tante che non era possibile ospitarle tutte insieme sul tatami, e dovevamo fare a turno per poter praticare.
Quando finimmo la lezione era piuttosto tardi ed era cominciato a nevicare.
Oda mi chiese se volevo rimanere a dormire nel Dojo, dato che per me sarebbe stato più comodo.
Accettai, cominciando a prepararmi un giaciglio sul tatami del Dojo.

(dal libro Hiroku Nihon jūdō)
Oda mi fermò, volle invitarmi a cena e poi mi offrì una stanza per dormire che nonostante le mie resistenze, dovetti accettare.
Al mattino mi accorsi che quella era la stanza di Oda e uscendo dalla camera mi accorsi che Oda aveva dormito sul tatami del Dojo.
Mentre lo aspettavo mi misi a leggere un voluminoso libro che si trovava nella stanza dove avevo dormito.
Oda mi trovò mentre lo stavo leggendo e mi chiese se mi interessasse. Dissi che era un bellissimo libro e lui me lo volle assolutamente regalare. Era Judo Taikan, il libro che il Maestro aveva scritto a 35 anni.
Oda era una persona di una gentilezza, generosità e sensibilità eccezionale.
Da quel momento non mi separai più da lui per gli anni che seguirono.
Praticavo al mattino con il Maestro nella università, poi al pomeriggio ci spostavamo in vari altri Dojo. Ogni giorno partecipavo a tre lezioni tenute dal Maestro Oda o dai suoi amici più stretti.
Mi portava con sé al Kodokan dove insegnava vari giorni ogni settimana oppure andavamo al Dojo della prigione di Sugamo. Sugamo è un quartiere non lontano da dove si trova il Kodokan. Nella prigione era recluso un importante Maestro, in quanto durante la guerra era stato un alto ufficiale della marina e gli americani, dopo la loro conquista di Tokyo, lo tenevano in prigione a Sugamo. I poliziotti avevano allora organizzato un Dojo all’interno della prigione, ed in questo modo questo importante Maestro poteva insegnare ogni giorno. Si trattava di Takamura Sensei 9’ Dan, un Maestro di ineguagliabile bravura nel Nage Waza e fortissimo nel Randori, nonché un amico intimo di Oda. Il Dojo era pieno di fortissimi Judoka, che accorrevano per poter praticare con Takamura e Oda.
Takamura aveva una formidabile tecnica di Ashi Waza, che poi avrebbe trasmesso al suo migliore allievo, Yoshimi Osawa, attualmente 9’ Dan.
Alla sera infine mi recavo con Oda nel suo Dojo per l’ultimo allenamento della giornata.
Nel Dojo potevo studiare sia con Oda che con Nakano Shozo 10’ Dan, per poi praticare tecnica e Randori con tanti bravissimi Judoka.
Quando il corso di Judo terminava, arrivava un diverso gruppo per partecipare alla lezione di Aikido. Oda volle che iniziassi anche lo studio dell’Aikido, partecipando alla lezione dopo il corso di Judo, che era tenuta da un altro amico intimo di Oda, Ueshiba Morihei.
Oda poi mi invitava immancabilmente a cena, alla quale arrivavo affamatissimo dopo così tanto allenamento. Il Maestro ordinava per me un pasto sufficiente per tre persone e nonostante le mie resistenze ha sempre voluto offrirmi tutto di sua tasca.
Per strada mi offrivo di portare per lui la borsa in cui teneva il Judogi, dato che è una consuetudine in Giappone che gli allievi portino la borsa del Maestro.
Oda si rifiutava ogni volta di farmela portare, dicendo: ”Fa parte dell’allenamento portare la propria borsa”.
Il Maestro era un esempio di gentilezza e umanità. Standogli vicino, senza che lui imponesse niente, riusciva a trasmettere il suo insegnamento grazie al suo esempio.
Mi ripeteva che dovevo stare attento ad alcuni punti fondamentali:
• Lo spirito del Rispetto (Rei) è assolutamente importante
• Cerca di essere con tutti in buoni rapporti
• Fai le cose nel tempo promesso
• Tieni pulito il luogo (la tua stanza, il Dojo, etc.) e te stesso
• La continuità è la cosa più importante
Su questo ultimo punto insisteva particolarmente, anche rispetto alla pratica del Judo.
Se si ottengono in poco tempo ottimi risultati, ma poi smettiamo di praticare, questo non ha senso. Se diveniamo forti in combattimento, ma poi non continuiamo il Judo al termine della nostra gioventù, abbiamo perso tempo.
Continuare nella pratica per tutta la vita è la base su cui si fonda la Via del Judo.
Se da giovani possiamo fare un Randori forte ed energico, da anziani continueremo a farlo più morbidamente. Se il Randori in piedi diventa pesante, possiamo continuare con quello a terra. Il Judo deve continuare per tutta la vita, praticando Randori e Kata.
Oda diceva che alcuni imparando il Judo corrono come conigli, mentre altri vanno piano come le tartarughe. A volte le tartarughe sono da preferirsi, perché pur lentamente possono continuare il loro cammino per tutta la vita.
Sono stati anni molto intensi per me quelli passati vicino al Maestro Oda.
Purtroppo il Maestro dopo alcuni anni fu colpito da una grave malattia. Iniziò un lungo viaggio in Europa dopo di che, appena rientrato in Giappone, morì il giorno 11 Febbraio 1955.
Ancora oggi mi reco ogni tanto alla sua tomba, in quanto la mia riconoscenza per il Maestro è e sarà sempre viva.
Sulla tomba è iscritto il nome Shodoin Tsunetane.
Purtroppo oramai pochi degli allievi di Oda sono ancora in vita e la mia grande preoccupazione è che la tecnica ed il messaggio di umanità del Maestro Oda non vadano perduti. Recentemente al Kodokan una persona, osservandomi praticare, ha detto: “Il Maestro Oda è morto, ma la sua tecnica è ancora viva”. Vorrei che in futuro la tecnica del Maestro Oda possa rivivere in tantissime persone. Per questo ogni anno vengo a Prato cercando di condividere con i miei amici la tecnica insegnatami dal mio Maestro e per praticare insieme a loro.
Mi rende felice sapere che anche in Italia la Via del Judo del Maestro Oda possa continuare a vivere.
di Okada Toshikazu

Oltre ad una trasmissione tecnica di raro valore, il Maestro ci ha onorati
con il suo grande esempio di umanità, per il quale lo ringraziamo infinitamente.
Link all’articolo originale: Il Maestro Oda Tsunetane di Okada Toshikazu
(Davide Izzi)